Fototrappole e video-sorveglianza per il contrasto all’abbandono dei rifiuti

Diverse soluzioni sono oggi disponibili per chi vuole contrastare il degrado urbano causato dall’abbandono dei rifiuti. Sapersi districare fra le tecnologie e le normative non è così facile in questo ambito. Proviamo a fare un po’ di chiarezza sull’argomento con un approfondimento che tocca entrambi i temi e come essi siano in relazione fra di loro.

Tecnologia

Quali sono le differenti soluzioni?

Sebbene la tecnologia offra un ampio di ventaglio di soluzioni, ai fini della nostra analisi possiamo ricondurle a tre macro categorie: le fototrappole (o videotrappole), soluzioni sviluppate ad hoc e sistemi di videosorveglianza classici. Le fototrappole sono dei prodotti che tipicamente nascono per raccogliere immagini a seguito di un movimento; nascono con uso prevalente per fotografare gli animali allo stato brado e sono oggi riadattate anche al contrasto dell’abbandono dei rifiuti. Le soluzioni ad hoc sono tipicamente un insieme di piattaforme hardware standard, re-ingegnerizzate per lo scopo, e un software sviluppato appositamente per queste applicazioni. Infine la videosorveglianza tradizionale che comprende l’enorme offerta di prodotti per le riprese ed il controllo di aree nell’ambito più comune ed esteso di questo settore.

Normativa

Cosa è lecito?

La domanda nasce spontanea: l’uso di queste soluzioni tecnologiche da parte di Comuni e Pubbliche Amministrazioni per accertare illeciti ambientali è lecito o meno? Lo è, a patto che vengano rispettate tutte le disposizioni vigenti in materia. I Comuni si devono conformare alle norme vigenti per evitare che gli operatori possano incorrere in responsabilità, anche di carattere penale. I comuni, sia per l’utilizzo di queste soluzioni che per la contestazione degli illeciti in materia di rifiuti, dovrebbero regolamentare dettagliatamente anche l’intera procedura di accertamento in tutte le sue fasi esecutive:  posizionamento del sistema di video controllo, asportazione dei dati dalle schede di memoria, processo di visione delle immagini, estrapolazione dei fotogrammi (art 13 L.689/1981), verbalizzazione dell’illecito (ex art 14 L.689/1981) e conservazione dei dati per il processo sanzionatorio. Ricordiamo infatti che i fotogrammi o le riprese costituiscono quello che il Garante definisce “dato personale”.

Di seguito vediamo pro e contro di ognuna delle principali soluzioni,

Fototrappole

Una fototrappola è una particolare macchina fotografica (o video camera nel caso delle videotrappole) tipicamente utilizzata in esterno per raccogliere immagini o filmati quando è rilevato un movimento. Molti documentari sugli animali sono realizzati così.
Oggi il suo impiego è stato pensato anche per applicazioni specifiche di video-sorveglianza.

PRO

economiche

Facili da posizionare e da ricollocare.

CONTRO

Possono essere trafugate.

Angolo di ripresa limitato.

Filmati di dimensioni ridotte.

Mancano tipicamente di encryption.

Non sempre a norma.

Soluzioni ad-hoc

Si tratta di soluzioni pensate appositamente per il contrasto all’abbandono rifiuti. Progettate per essere installate in questi particolari ambienti dove le disponibilità di alimentazione e di connettività non sono garantite o continue.

Proprio perché progettate ad-hoc dispongono di piattaforme software che semplificano l’operatività di chi deve monitorare ed eventualmente sanzionare.

PRO

Adattabili agli ambienti tipici dove è richiesta la loro presenza.

Possibilità di acquisire il prodotto oppure il servizio (in questo  caso possono essere usate senza operatore umano).

A norma delle leggi vigenti.

CONTRO

Richiedono un’installazione.

 

Video sorveglianza

Prevedono l’uso di prodotti di videosorveglianza classica.

Si compongono di telecamere da esterno, sistemi di registrazione (DVR) in varie modalità (locate, da remoto e cloud) e di sistemi di visione dei filmati con apparecchiature dedicate o via PC.

PRO

Grande scelta di prodotti.

Soluzioni per ogni costo e applicazione (con adattamenti).

CONTRO

Non pensate per il contrasto abbandono rifiuti.

Richiedono formazione ed un operatore dedicato.

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